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aver supplito per compiacenza alle formalitá, e che a lui giovava prendere migliori misure; che, se avesse alcun sospetto della salute della sua corte, egli stesso non arrischierebbe l’Italia ed i suoi Stati, né v’entrerebbe con infausti auspici. Con suppliche e con raggioni procurai di calmare l’impeto ed irritamento, e con mia lettera poi tutto partecipai all’eccellentissimo signor podestá, onde sollecitare, per il pericolo di qualche sulfurea riso- luzione de’ principi, facesse concorrere abondanti viveri, legna, carbone e quant’altro occorreva. Alla voce alterata del granduca vi s’unirono in lolla anche quelle de’ ministri ed altri, in maniera che mi trovai imbarazzatissimo di rispondere, senza sdegnare, e d’insinuare tolleranza. Doppo tre giorni, compreso quello del- l’arrivo, scorsi con qualche disordine, per attenzione dell’eccel- lentissimo signor podestá tutto ciò, che occorreva per la corte, regolatamente fu provisto e contribuito a conto de’ principi. Acudiva a tal facenda un tal Francesco Meschini, prescelto dall’ Eccellenza Sua per raccolger le polizze, regolar i prezzi delle robbe ed intendersi coi anziani delle arti e col mercante Cant- postrin, onde tutto il bisogno avessero a provedere. Ordinale cosi le coseT in quanto alle medesime la corte or- mai pareva contenta; ma resisteva la forte ripugnanza di star rinchiusi nel palazzo e lazzaretto, quasi in una prigione; non si parlava che d’uscir presto dalla medesima; si lagnavano con- tinuamente degl’incomodi dell’alloggio e del freddo; che per- devasi il bel tempo per il viaggio e che poi s’annegherebbero nei fanghi del Mantovano, Modenese e Bolognese e nelle nevi dell Alpi di Fiorenza. In tal crisi era la facenda, quando il gran- duca partecipò alla republica il suo arrivo nelle publiche te- nute. Doppo di ciò, spedi un corriero all’ambasciatore, principe Pio, onde avesse a presentare un memoriale per la diminuzione della contumacia. Intanto, studiando io di rendere meno noiosa la permanenza di questi principi, proposi all’eccellentissimo signor podestá il permesso che la compagnia de’ comici di Ve- rona venisse nella corte del palazzo a rappresentare qualche comedia. coi rispetti della salute; che gioverebbe il concedere ai soli principi l’usir in carrozza, accompagnati da fanti della