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si potè lasciar di commetter che il negozio fosse veduto dall’or- dinario magistrato di Pisa; cosi, oltre la parola datami ili rila- sciar liberamente a detti signori quello che avesse potuto toc- care a Sua Altezza, quando la preda fosse stata conosciuta giusta e reale, e che, quando non fosse stata reale, si sarebbe anco restituito tutto quello che fosse in esser, cosi si contentò inoltre Sua Altezza, per li miei offizi, di scriver proprie lettere sue a detto magistrato, perché fosse veduto il negozio ed ispe- dito summariamente. Onde, per la buona volontá delle Loro Al- tezze, che comiserórno assai il travaglio di questa casa, parti- colarmente per la schiavitú del fratello, avendosi anco inteso che aveva cosi ben provvisto questo vascello, che potè gagliar- damente combatter con li corsari turchi, delli quali ne amazzò anco molti, e per le ragioni che si hanno che la preda non sia reale, e per la efficacia con la quale ho trattato, voglio spe- rare che questi gentiluomini, nella loro afflizione e nelli interessi che convengono sentire, non solo per li danni patiti, ma per quelli che sono astretti di sopportar inoltre per la liberazione del fratello dalla schiavitú e dal pericolo nel quale si trova anco della vita, avendo di taglia 1600 cechini, averanno questo poco ristoro della restituzione del loro vascello, quale egli si sia; meritando veramente e l’accidente e la stretta fortuna e la bontá e degnissime condizioni di questa nobilissima casa ogni mag- gior aiuto e consolazione. Nel mio viaggio son passato, e nell’andare e nel ritorno, per la cittá di Ferrara; e da Bologna a Ferrara fui incontrato ed alloggiato dal signor marchese Anibai Turco, con gran splendor e con dimostrazioni d’ossequente affetto verso la serenissima republica. Ma dal signor cardinale legato, che è il signor car- dinale Spinola, genovese, non ho ricevuto alcuna dimostrazione, se non di semplice visita con il mezo d’un suo familiare; al quale corrisposi con il mandar, se ben l’ora era tardissima, il signor conte Pietro Da Porto, mio mastro di camera, a Sua Signoria illustrissima a complir. Ricercando anco d’andar a sua visita- zione, non vòlse in modo alcuno che io v’andassi, ringrazian- domi del mio affetto, dicendo che non intendeva in alcuna