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grazia sua e di questo eccellentissimo senato ; avendo anco il signor Giovanni, suo fratello, venuto meco in quest’occasione, mostrati li stessi effetti di divozione verso Vostra Serenitá, di- portandosi con molta onorevolezza e prudenza, con sua laude e mia grandissima sodisfazione. Quando mi licenziai dal signor granduca, mi disse Sua Al- tezza che dal signor cavaliere Vinta m’a\erebbe fatto presentar alcuni memoriali e che perciò mi pregava a presentarli alla Serenitá Vostra, supplicandola a suo nome a graziar a sua par- ticolar gratificazione quei pover’uomini in essa nominati, ché lo riceverá lei a molto favore ; e mi aggionse inoltre che dovessi insieme supplicare a nome suo la Serenitá Vostra ad aver per raccomandato e graziare il signor Antonio Dotto, gentiluomo padovano, estendendosi molto nelle laudi di questo soggetto, ed in mostrar che lo riceverá a molta grazia. E, come ho pre- sentato nell’eccellentissimo Collegio li memoriali, cosi ho stimato mio debito rappresentar a Vostra Serenitá anco l’offízio che ha fatto Sua Altezza nel sudetto particolare del signor Antonio Dotto, il quale, per mostrare la continuata sua divozione verso Vostra Serenitá, ha voluto servir sempre la mia persona, mentre son stato in Fiorenza: avendo mostrato il medesimo ossequien- tissimo affetto anco il signor Angustino Carpán, che, subito che io gionsi a Ferrara e nell’andare e nel ritorno della mia am- basciaria, mi ha incontrato e servito in molte cose, con molta divozione verso il servizio di Vostra Serenitá. Oltre gli offizi impostimi da Vostra Serenitá nelle mie com- missioni per quest’ambasciaria, ebbi dappoi ordine con sue lei tere di far offizio con le Loro Altezze per il negozio del vascello delli eccellentissimi Pasqualighi. E, si come mi adoperai con quel spirito e con quell’efficacia che si deve all’esecuzione de’ pu- blici comandamenti e che si conviene alla qualitá dell’accidente compassionevolissimo occorso a questa nobile e benemerita fa- miglia, come diedi di tutto conto alla Serenitá Vostra, cosi posso affermarle che trovai nelle Loro Altezze ogni piú pronta disposizione a sollevamento di quei gentiluomini: in modo che, come, per non interromper l’ordinario instituto del governo, non