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di vedere un’altra cittá piú bella di Fiorenza. Per mezo questa cittá passa l’Arno, fiume molto bello, l’acqua del quale è anco cosi sana, che non voglio lasciar di dire che l’estate, nei grandi calori del giugno, luglio, agosto, si può dire che tutta la cittá, cosi li nobili, come ignobili ed anco li stessi principi, essendovi pero luoghi serrati e separati, stanno per sanitá spogliali in detto fiume quattro e le sei ore del giorno, e le piú calde. Ha poi questa cittá strade bellissime, ed è tutta salizata di vivo, onde riesce sempre netta, molto allegra e bella. Ha tre buone fortezze: una in piano e due in collina verso oriente. Quella in piano si chiama la «fortezza da basso», posta alle mura della cittá; le due in collina sono San Miniato e Belvedere; e tutte e tre sono tenute ad ordine bonissimo di soldati e di munizioni. Circonda sette miglia. È piena d’artefici d’ogni sorte, con popolo di circa 70.000 anime, tutto industrioso, essendo però la sua industria posta piú nell’ar- te fí::io eie! 1 a lana e della seda che in altro. La qual arte è esercitata drilli medesimi gentiluomini ancora, li quali maneggiano inoltre li cambi per tutte le parti del mondo, rendendo quella cittá, per i continui traffichi maritimi c’hanno e nel Levante e nel Ponente, una delle principali piazze d’Europa. È vero che, da certo tempo in qua, comincia la nobiltá ad uscir del mercante, principiando li giovani ad attendere, con piú frequenza che non facevano, al passeggio, alla corte ed alla cava Ila r izza ; il che riesce a gran- d’ornamento della medesima cittá. E, se il presente granduca cavalcherá spesso e mostrerá di gustar di vedere la nobiltá piú cavalieri che mercanti (quello’ he non piaceva al granduca morto), e che goda di giostre, tornei eri altri esercizi cavallereschi, si vederá presto, per l’attitudine de’ giovani ad ogni esercizio e per l’inclinazione del gusto che mostrano verso il principe, onorato numero di gentiluomini montati sopra nobilissimi cavalli applicarsi al servizio della corte, all’esercizio delle armi e della cavallarizza, essendovene di molto coraggiosi. In modo che, essendo partito da Fiorenza quello che si fateva chiamar fra- tello del gran Turco, imbarcatosi sopra li bertoni armati del gran- duca, come avvisai Vostra Serenitá, dodici gentiluomini della cittá hanno voluto imbarcarsi seco, con speranza di grandi