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tiene per fermo che sia finalmente Sua Altezza per far disarmar del tutto simili vascelli, e non sia per tener armato ordinaria- mente se non sei galere solamente per guardia de’ suoi mari e per mandar a levar le sete, a commodo e benefizio de’ suoi sudditi, a’tempi debiti, a Napoli e Sicilia, secondo l’ordinario; credendosi anco che con il tempo le sia per disarmarne due, riducendole a quattro solamente, per diminuir la spesa, bastando abbondantemente le quattro per il suddetto effetto. E, quando que- sto disarmamento e di bertoni e di galere non si faccia cosi subito al presente, sará per non dare ad intendere che questo nasca da viltá d’animo del principe presente o da mancamento di forze; ma non perché lui, né madama, né i ministri, come ho detto, laudino questo pensiero, né che si sia per continuare in questa inutile gravezza e spesa per lungo tempo. Il qual concetto io ancora non ho lasciato nell’occasione dei miei ra- gionamenti di commendare e confermare quanto conveniente- mente ho potuto, senza affettazione però, stimando io che non possa se non riuscir di servizio e sodisfazione del serenissimo dominio. Ma, perché l’occasione che ho avuto di dar conto della qua- litá del presente governo mi iia insieme fatto far menzione delli signori don Giovanni, don Antonio e don Virginio, ed insieme delli due principali secretari, che sono il signor cavaliere Vinta ed il signor Lorenzo Usimbardi, non sará forse discaro ch’intorno alle persone di cadauno di loro dichi piú particolarmente alcuna cosa, dovendo poi in altro tempo parlar delli fratelli e sorelle dell’Altezza Sua. Don Giovanni, dunque, fu figliuolo del granduca Cosmo e fratello di Ferdinando morto, ma non nato di legitimo matri- monio, e sua madre è di casa Martelli, famiglia principale in Fiorenza, la qual vive tuttavia ed è ritirata in un monastero. La granduchessa madre non gli ha molta inclinazione, e perciò egli sta dalla corte molto ritirato, vedendo massime non esser adoprato, né esserli dimandato parere in alcuna cosa. È amato assai dalla nobiltá ed anco dal popolo, e l’arciduchessa lo stima assai, e, se averá ella parte nel governo, lo adopererá, come ho