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Proprium et affectio , la proprietá e l’affetto (primo, la proprietá move ad amare, quando si ama uno per aver bene da lui, come fa il servo il patrone, il cortigiano il signore ; l’affezione anco move quando per semplice amore e affetto si ama, come fa la moglie il marito, il padre i figliuoli e un amico vero l’altro vero amico), simplicemente, per quanto credo, la proprietá move li signori fiorentini ad esser con noi e star con noi in confederazione, parendole questa sia il meglio per loro, per esser securi dalla rabbia e furore deH’essercito cesareo; ma, come cessi questa causa, per l’affezione non credo se moveriano ponto ad aiutarne e favorirne: si che con questo scorreno nella liga con noi. Queste, serenissimo Prencipe, sono quelle cose che mi ha parso declarare alle Signorie Vostre della cittá e della republica di Fiorenza, comprese per me in questa legazione, nella quale ringrazio il signore Dio che sono seguiti molti buoni effetti a beneficio della Serenitá Vostra. Il primo de’ quali fu che, sendo Fiorenza in tumulto ed in arme in buona parte e li Medici in fuga ed in gran terrore, che non molti giorni inanzi aveano pensato di partirsi e giá li cittadini non se reducevano piú a casa de loro, essendo io gionto li. tanta fu la reputazione della Serenitá Vostra per Pavento d’un suo oratore, tanto frutto feci con l’esposizion mia fatta «Ha Signoria in audienzia publica, con le promesse che le feci che sariano adiutati e defesi dalle Signorie Vostre, si come le mi commessero, che la cittá si acquietò, reverendissimo Cortona e magnifico Ippolito presono vigor ed animo, li cittadini ritornórno a cortigiarli, come prima facevano, ed ebbero detto Cortona ed Ippolito ardire de retenire tre cittadini di buona condizione per suspetto de coniurazione contro Medici. Il secondo buon effetto fu che, dopo fatta la suspension d’arme per il pontefice con gli imperiali, avendo io esclamato molto, tamen non restai de sollecitare le Signorie Vostre a mandar il suo essercito in favor loro, e cosí con il clarissimo Pisani che ’l venisse, e feci risolvere li signori fiorentini di lasciare la pratica con il viceré. Per il che venne il nostro es-