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innnzi a sé e gli altri signori; il qual, comparso, fu detento in Palazzo e posto in certo luoco piccolo in la torre del Palazzo, quale chiamano PAlberghctto; e fu fatto parlamento, nel quale furono eletti 200 cittadini, i quali avessero cura di riformare la cittá, e fu del 1433. Che cosa sia parlamento, lo dichiarirò alle Signorie Vostre. Li 200 preditti, chiamati «di Balia», trattòrno sopra Cosmo: alcuni sentivano di farlo morire ed altri di mandarlo in esilio, e messer Rainaldo di Albici fece ogni opera acciò Cosmo fosse decapitato overo altramente morto, ed a questo effetto venne con armati in piazza. Cosmo, dubitando di veleno, non voleva mangiare, ed in 4 giorni mangiò solo un poco di pane, e demum con il mezo di Federico Malvolta, deputato alla sua custodia, quale gli era amico, e sopra la sua fede, avendolo assecurato che mangiasse, fece con il mezo del detto Malvolta venir a sé uno Fraganaccio, uomo faceto molto ed amicissimo a Bernardo Guadagno confaloniero. Al quale Fraganaccio Cosmo diede uno segno, col quale l’andasse a tuór de Pospitalingo di Santa Maria nova, cioè prior di quell ospitale, ducali 1100; delli quali ducati, 100 il Fraganaccio dovesse retener per sé e ducali 1000 dovesse portar al confaloniero. E con questo mezo detto confaloniero li fu piú mite; e, dove Cosmo era in manifesto pericolo di esser morto, fu relegato a Padova, e con lui molti de’ Medici e de’ Pucchi. E questo fu del 1433 a di 3 deccmbre. E fu onorato Cosmo dove l’andò, e precipue dalle Signorie Vostre, perché se ne venne qui a Venezia. Fu da poi estratto confaloniero uno Nicolò Coco con 5 altri signori, amici di Cosmo, i quali trattòrno di redurre Cosmo in la cittá, e non obstante l’opera di messer Rainaldo di Albici; il quale, tolte le arme in mano, fu abbandonato da’ suoi e se redasse da Eugenio IV pontefice, il quale era allora a Fiorenza. E, mentre Eugenio trattava accordo tra la Signoria e messer Rainaldo, gli amici c fautori di Cosmo fecero venire molti fanti armati dai monti di Pistoia; e, presi i luoclii opportuni della piazza, fatto parlamento, fecero nuova Bilia, la quale mandò in esilio messer Rainaldo di Albici con li complici e seguaci