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pochissimo spirito, ha però fatto gran mutazione, perché si è fortificato molto e va prendendo buon nutrimento e promette buona prosperitá. Viene governato dalla bália e dalla sua governante, con gran diligenza ed assistenza d’un spagnolo, confidentissimo di Sua Altezza, persona d’etá e di rispetto. Delle figlie, la prima si chiama Eleonora, del nome della madre del granduca, d’etá d’anni tredici. Non si dura fatica, né da questa né dall’altre, guardandosi loro nel volto, di riconoscere subito che siano della casa d’Austria, avendo tutte, massime questa prima piú dell’altre due, il labro di sotto con il mento che esce in fuori, si come hanno tutti li prencipi dell’istessa casa. È questa molto delicata e macilente, ma di bellissima carne e di onesta grandezza e buona disposizione, sopra tutto di buonissimo spirito, come tuttavia si vede, quando è visitata, nelle risposte accortissime che dá alli offici che sono fatti seco. Giá si comincia a pensare del matrimonio suo, e si va discorrendo sopra il prencipe di Mantova ed anco quello di Savoia, avendo animo il padre di metterla in Italia piú presto che fuori. La seconda si chiama Anna, con il nome dell’ava materna, regina d’Unga ria, di etá di nove anni, con fattezze manco delicate della prima. Questa dicono giá esser promessa al figliolo dell’arciduca Ferdinando, per restringere anco piu la cognazione che hanno insieme il granduca e lui, avendo detto a noi l’Altezza Sua d’aver particolar convenzione con l’arciduca, essendo quello tenuto in ogni suo bisogno e ad ogni sua richiesta provederli di 8000 fanti, pagati dal granduca, con certe condizioni vantaggiose assai per lui nel pagamento; la qual convenzione è nata da molti servizi passati tra di loro, in particolare dall’esser l’arciduca piú volte stato servito ed accomodato di danari, in modo che tra loro passa ogni maggior confidenza, per restringersi anco tanto maggiore con questo parentado. La terza figliola si chiama Maria, del nome della madre del duca Cosmo, di sei anni incirca, piú disposta e di piú raggionevol bellezza dell’altre. Ma tutte molto gentili, modestissime e di buona creanza. Vivono da per loro, con sue governanti, lasciandosi poche volte vedere in publico, né a feste, né a conviti, né a simili intertenimenli ;