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cavandone grandissimo utile in tempi di carestia e di anni sterili, perché si fa pagare, oltre il prezzo del grano, anche un tanto per la tratta, quando ne conceda l’estrazione. Di tutta questa provincia, levata quella poca parte che abbiamo detto, è patrone e signore absoluto il granduca, non riconoscendo del dominio fiorentino, doppo Iddio, alcuno; si che ne è prencipe libero. Ma, quanto a Siena ed al dominio senese, questo è feudo dell’imperio, del qual feudo Carlo quinto ne investi il presente re di Spagna suo figlio, che ne è poi stato confermato dalli susseguenti imperatori, Ferdinando, Massimiliano ed il presente Rodolfo, e, secondo vanno succedendo, ne piglia l’investitura. Quanto adunque a Siena ed al dominio suo, di questo, essendone stato il duca Cosmo subinfeudato dal re di Spagna, per reintegrazione della spesa fatta da esso duca nella guerra contro li francesi, che l’avevano occupato, va continuando in questa subinfeudazione il granduca presente, però con patto espresso nella subinfeudazione che, sempre che sia reintegrato della spesa fatta (il montar della quale spesa dicono anco esser specificata), deva restituirla. Ed a questo fine, per starne il re piú sicuro, ha voluto ritenersi le tre terre a marina: Orbatello, cioè, Porto Ercole e Talamone, con li territori loro, riputati la chiave e sicurezza di quel dominio, tenendovi a questo fine grosso presidio de’ spagnoli ; si come vi tiene anco nella terra di Piombino, se bene di consenso e volontá del signor d’Apiano, che ne è patrone (però viene ad essere patrone in nome solamente, perché in effetto ne è patrone il re di Spagna, ancorché con molta indignazione e risentimento di quelli sudditi, che non vorrebbero esser sudditi de’spagnoli, ma avere il suo signore naturale). Oltre li domini di Fiorenza e di Siena, posseduti dal granduca nel modo giá detto, possiede di piú Sua Altezza nel mar Mediterraneo l’isola del Giglio, con alcune piú picciole, si come la Gorgona, la Capraia ed altre, che, se bene sono tenute piú tosto scogli che isole, sono tutte però abitate e di gran frutto. Oltre queste, si può dire che possiede anco (ché piú comporta) l’isola dell’Elba, il dominio della quale benché appartenga ad esso signor di Piombino, però, avendo detto signore