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Fiorenza, che sono piè 6 de misura delli nostri. E sono esse mura incrustade di dentro e di i’uora ex laf>idibus quadratis di quelli suoi monti, che hanno alquanto della natura del tufo; e poi di dentro sono piene di ghiara mescolata con calcina, che è una materia tenacissima, adeo che a fare uno piccol buso stanno due giorni con li scarpelli; ita che li pratici hanno opinione che se consumeria qualche giorno di tempo a ruinar quelle mura con le artigliarie, e, purché potessero scorrere quattro over cinque giorni, bastariano a’ fiorentini, perché Tesserato inimico, che fosse di fora tra la cittá di Fiorenza e li monti, non averia da vivere. Praeterea da questa banda di dentro delle mura vi sono tanti vacui, che vi possono stare genti d’arme con la lanza su la coscia e fantarie in ordinanza, e possono fare quanti fossi e ripari che vogliano; adeo che questa parte è reputata defensibile e forte. L’altra parte della cittá, oltre Arno, che è verso mezzogiorno e verso Siena, è posta alle radici delli colli, e pertanto da quella parte le mura ascendono i colli e li cingono nella cittá, acciò, venendo esserciti da quella parte, el non possi dominare la cittá. E, perché dalla parte verso oriente gli erano dui colli, che non sono cinti dalle mura e dominano la cittá, che sono San Miniato e San Francesco, però, quando io andai a Fiorenza, il reverendissimo Cortona fece fare due bastioni sopra questi colli e con repari di terreno li cinse con la cittá. Le mura da questa parte sono alquanto debili, e però aveano fatto bastioni in diversi luochi de terreno, li quali dominano quegli altri colli e valli che sono oltra le mura; e lo illustrissimo signor Federico da Bozolo e poi T illustrissimo capitano de l’Eccellenze Vostre aveano opinione, in caso de bisogno, di ponere Tessercito sopra detti colli oltra le mura, perché se ponevano in luoco forte ed avevano le spalle alla cittá di Fiorenza e rassicuravano. Per modo che se può concludere che la cittá di Fiorenza sia assai forte e che con fanti 6000 la se possi sempre conservare: perché di qua da Arno ho detto a Vostra Serenitá che le mura sono buone e che essercito per molti giorni non può durare, per causa delle vettovaglie ; di lá da Arno, ogni fiata