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serenissima repubblica a rallegrarsi tanto dell’onorata e prudente elezioneche l’Eccellenza Vostra ha fatto della serenissima sua sposa, illustre e chiara si per lo splendore de’ nobilissimi suoi progenitori, essendo per lunga e continuata successione discesa da gloriosissimi imperadori, come per quello ancora delle proprie sue virtú, le quali son tante e tali quante apunto e quali ad essere degna consorte d’un tanto principe eran convenienti, è percioché la molta virtú vostra superante ogni prosperitá della fortuna (benché cosi amica vi sia dimostrata sempre) vi fa degno non solamente di questo vostro bello e ricco Stato, ma ancora ad altro maggiore imperio. La qual cosa, molto ben conosciuta dall’eccellentissimo signor duca padre vostro, l’ha condotto a dovere, sendo ancora egli in etá si può dir verde, e però è attissimo a sostenere la somma del governo, trasferire nell’Eccellenza Vostra tutta la dignitá e tutta l’autoritá di tanto Stato, ritenendo in sé solamente il nome di duca terzo; tenendosi però certo che le cose publiche avessero a essere governate dall’Eccellenza Vostra e con quel consiglio e con quella prudenza che in giusto e savio principe si desidera. Nel che non si è punto ingannato, perché con tanta quiete e con tanta comune satisfazione de’ sudditi Ella ha fin qui governato il suo Stato, che non è alcuno che non lodi grandemente la deliberazione di Sua Eccellenza. Ormai ne ha tanto alzato a certa speranza che per il prudente governo vostro abbino a succedere tutte le cose felicemente, onde quanti anni di signoria questo nobile atto ha levato all’eccellentissimo signor duca padre vostro, altri e tanti secoli questo medesimo gli ha portato di gloria. Ma poiché, eccellentissimo principe, non posso con parole mostrarle compitamente l’infinita allegrezza che la serenissima Signoria Nostra, giá molti e molti anni affezionatissima alla illustrissima sua casa, sente di queste sue felicitá, mi basterá almeno averla cosí superficialmente adombrata, sperando che dove non ha potuto giugnere il parlar mio sia per arrivare il suo prudentissimo giudizio, penetrando sino ai piú secreti affetti de’ cuori di quella serenissima republica. Mi resta ora pregare nostro signore Dio che a compita vostra felicitá vi conceda di poter tosto vedere alcun degno frutto di questo onorato matrimonio, del quale ognuno si promette doverne essere chiarissimi e generosissimi principi. Essendo ora la serenissima casa d’Austria, che per tante etá ha partorito sempre imperadori invitti e gloriosi, inserta, col mezzo di questa santa