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che. contra l’uso, contra la consuetudine, contra il dovere e contra il giusto, s’innovava contra la dignitá di questo serenissimo Stato, che ci avemo sempre sustentato per nome publico in tanti maneggiamenti. E, perché s’intenda il stato della causa e si sustenti giuridicamente che quello, che ha fatto la Serenitá Vostra in revocarmi, è sta’ raggionevolmente e degnamente fatto, dico che tutti li prencipi si servono di piú sorte e qualitá d’uomini nei negozi publici : li re, de’signori titolati o de’prelati o de’gentiluomini privati della sua corte o della sua Camera; gli altri prencipi, o de’ prelati o de’ principali della sua cittá o de’ suoi secretari ; e questi, se non sono privati, non si chiamano mai con titolo di «ambasciatori»: gli altri si chiamano tutti dal titolo della sua prelatura o dal titolo della dignitá che tiene di corte o di altro (e di questi a’ miei di ve ne sono infiniti essempi); né però sono stati mai differenti l’uno dall’altro in sustentare la persona del suo re e del suo prencipe, né del luoco vi è nata mai difficoltá. 11 medesimo ha osservato questo illustrissimo senato nei ministri onorevoli di qualsivoglia prencipe, a’ quali ha dato il luoco sempre sotto qualsivoglia titolo che siano comparsi. E, nel mandar fuori presso li prencipi, si è medesimamente servita la Serenitá Vostra di persone o di pratici privati o de’ senatori o de’ senatori consolari, cioè de’ principali, e di procuratori o veramente dell’ordine dei secretari; e, se bene i gradi sono diversi e le persone una piú degna dell’altra, e che ciò sia introdutto secondo il bisogno, secondo il maneggio e secondo l’onore che si vuole fare ai prencipi, però il cargo, l’obligo ed il servigio è il medesimo, perché tutti medesimamente nel suo grado e con la sua persona rappresentano la maestá di questa serenissima republica. E quanto piú il servitor minore è stimato e onorato da’ prencipi, tanto piú risalta maggior onore, non solamente del suo prencipe, ma di quelli che sono mandati per ambasciatori, perché si dice sempre: — Se li minori e li servitori sono tali, che denno essere li maggiori? — Si che si deve non solamente desiderare, ma voler che tutti li suoi ministri, di qualsivoglia grado e condizione, siano non