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conservato ed ingrandito; perché, essendo prencipe nuovo e prencipe di popoli liberi, arditi e risegati ed intrepidi e non amici al nuovo giogo della servitú, è maraviglia grandissima come loro possino tollerare e sopportare la faccia del prencipe, e come il prencipe fra tanti suoi aperti ni mici possi reggere e cosí facilmente e sicuramente governare. Il che non procede da altro se non da’modi secreti che’l tiene; ed eziandio perfin il moversi da luoco a luoco è tenuto tanto secreto, che non se ne sa mai se non nel sonar della tromba. Delle cose della precedenza non aceaderia parlarne piú, per averne io scritto alla Serenitá Vostra. E in veritá, se io avessi saputo schifar questo scoglio, l’averia non solamente fatto volentieri, ma con tal modo che ci averia eziandio saiisfacto con dignitá della Serenitá Vostra; ma la cosa fu súbita, e nel fatto della intrata di Siena, talmente che, camminandosi, non si potè provedere a quello che con ogni poco di tempo si averia proveduto: ma bisognava che venisse un disordine, perché cominciasse un ordine e onorevole per la Sublimitá Vostra. Qui si potria dire, e con qualche apparente colore, che i secretari vogliono far troppo e uscire de’ suoi termini e che da loro nascono simili difficoltá odiose; ma chi intende l’uso della antiqua consuetudine, vederá che quelle cose, che potriano parere, non sono vere, perché i suoi secretari, sapendo il modo del viver delle corti, si contengono nei termini della modestia, né piú si movono se non quanto porta la onorevolezza e la dignitá del suo prencipe, e per questa mettono quanto hanno e la vita insieme, perché con questa cammina il servigio delle cose publiche. E, se questo non vi fosse, non si potriano tollerare le tante fatiche e le spese insopportabili, né si andaria prontamente a tanti pericoli, ché l’onor solo è quello che guida questo corpo e questo spirito in tutte le difficoltá. Si che, per quanto a me spetta, confesso ingenuamente che, vedendo che mi si voleva impedir di poter sostentar la persona publica con dignitá del mio prencipe e con onorevolezza di quel prencipe al quale io ero destinato, mi mancava ogni vigore, e tutti li carghi mi si facevano laboriosissimi e insopportabili, vedendo