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di 4. e di 5 anni; di modo che di continuo eziandio li populi circonvicini participano e godono di questa felice comoditá e non solo in tempo di pace, ma nella guerra, non s’ha mai patito penuria né carestia. Ed è diviso il Stato di Siena nella montagna copiosissima, nella montagnola e nel piano abondantissimo, e nella vai di Chiani, sopra ogn’altra valle feracissima, bellissima e fertilissima e dotata di tutte le perfezioni che desiderar si ponilo; ma li ampi liti, se sono maremme, non si ponno considerar né giudicare. Quali sono tutti del prencipe, e sono tutte terre ubertosissime da grani, e vi può andar chi vuole a lavorar la terra, dandosi in nota in qual parte e quanto terreno vuol seminar, dando però al prencipe nel tempo del raccolto tanto grano, quanto aveva seminato e posto in terra; di modo che di questa reggione si può cavar gran quantitá di grano, e tanto piú quanto il prencipe vi attende con diligenza, accioché vi sia chi semini e per conto suo e di particolari, aiutando e facendo in ciò ogni possibil provisione. Ha il Stato di Siena 136 fra cittá, castelle e terre murate, che tutte hanno li suoi officiali di giustizia, e sono divise in 26 podestarie, in 8 capitaneati, e tutti li altri sono vicariati. Sono poi infiniti li luochi aperti e popoli di campagna. Le cittá sono: Montalcino, Pienza, Massa, Grossetto, Sovana, Chiusi; e questa fu giá cittá regia e famosa, dove solevano star li re di Toscana, e vi si vede ancora una memoria antiquissima del sepulcro di Porsenna. Ma Siena è quella che ha il nome, il Stato e che è la cittá principal, dalla qual dipende il governo e li regimenti con li soliti loro ordini, magistrati e consigli, con la dignitá del palazzo, dove ressede sempre la signoria; di modo che sanesi con la forma del li soliti offici loro, non li parendo di aver mutato governo, se bene la condizione è mutata del tutto, stanno quieti, poiché dal terror del prencipe si veggono cessar dal sangue ed esser sicuri dalle tirannie de’ loro potenti cittadini. E vi sta ora nella cittá un governator generale, che immediate rapresenta il prencipe con suprema auttoritá, il quale ha l’occhio a tutte le cose e senza sua saputa e volontá non si fa cosa alcuna; anzi cosa alcuna non si fa d’importanzia senza