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Serenitá Vostra, non digando cosa che la possa tediar o fastidir. Io so, eccellentissimi signori, che la principal materia delle relazioni d’ambasciadori, che ritornano alla Serenitá Vostra a render conto in questo eccellentissimo senato dei negozi e maneggi che hanno fatto per nome dell’Eccellenze Vostre nel tempo della sua legazion, è insieme referir del Stado, delle forze ed altre particolaritá del principe dal quale tornano. Quanto alla prima parte, essendo sta’ la mia ambasciaria per offizi e per ceremonia, come ho detto, poco m’accaderia di referir, e di quel poco ne ho dato aviso reverentemente con mie lettere a Vostra Serenitá; onde mi pareria superfluo replicar quel tanto che ho scritto cosí delli offizi, che ho fatto in nome della Serenitá Vostra, come delle demostrazion e resposte fattemi dal signor duca e duchessa e da quei signori, certo con molta cortesia e con grandissimi segni della reverenzia e rispetto che loro portano alla Serenitá Vostra. Quanto all’altra parte, medesimamente cognosco che non m’ho da estender, perché, essendo il Stado di quell’eccellentissimo signor duca cosí vicin e confinante a quello dell’Eccellenze Vostre, non credo che sia alcun in questo illustrissimo luogo che non sia molto ben informato e che siano anco molti che abbino essi medesimi vista la maggior parte di quelle particularitá, le quali si desiderano intender dei Stadi e delle forze d’altri principi. È vero che cosí come, per questa vicinanza che ha il Stado della Serenitá Vostra con quello del signor duca di Ferrara, non si deono dir le molte cose che si riferiscono dei Stadi di quei altri principi e che di questo sono note; cosí all’incontro questo rispetto della vicinanza non mi par per sufficiente causa che se ne debba saper alcun’altre, le quali non meritan esser tasude per esserne compitamente informadi, come di Stado che in ogni fortuna e in ogni caso per questa medesima vicinanza puoi esser facilmente d’interesse all’Eccellenze Vostre.

Io credo adunque che ognuna delle Signorie Vostre eccellentissime sappia che Stado d’Alfonso, duca secondo di questo nome e quinto duca della casa d’Este, è Stado assai grande, perché è lungo dal confin della Serenitá Vostra, che è il Polesine