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AL SIG.VEGA
SONETTO XV.
Vega non picciol gloria al grande Ibero,
Nè poca speme a questo secol rio,
Se a voi non disconviensi, e son degn’io
4D’udir quel che più d’altro, e bramo, e spero;
Ditemi, prego umil, che fa l’altero
Buon Duce Cosmo Signor vostro, e mio?
Ancor dagli occhi un largo, e caldo rio
8Verso, nè frenar so dolor sì fero.
Ancor si volve entro la mente ogni ora
Qual sarìa stata Italia tutta, e quanto
11Perdeva il Mondo, non pur l’Arbia, e l’Arno.
Ringrazian la prudenza, e l’amor tanto
Del pio Recasulan, senza cui fora
14Ogni gentil per sempre esangue e scarno.