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Due mondi si urtano in noi, avidi d’allegarsi: l’antico e il nuovo, l’infinita gioia pagana e l’infinita tristezza cristiana, l’amore della vita e lo sprezzo della vita, i miti dell’Ellade e i misteri teologali, l’Eliso e il Paradiso, la montagna di Venere e il cielo di Maria.
In quest’urto di due estremi vi ha la grande contraddizione inerente alla civiltà moderna, la separazione dei sensi e dello spirito che pertanto noi vorremmo concomitanti in uno stesso fervore voluttuario, uniti in un solo perenne flotto di lussuria spirituale.