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Maurizio Codogno 15

erano chissà cosa ma si limitavano a quanto uno studente liceale dovrebbe conoscere.

Eppure la matematica appare molto spesso nei suoi racconti, anche se spesso in modo obliquo. Prendiamo per esempio il saggio Tennis, trigonometria e tornado: troviamo scritto

“Il tennis agonistico, come il biliardo professionistico, richiede una mente geometrica, l’abilità di calcolare non soltanto le vostre angolazioni ma anche le angolazioni di risposta alle vostre angolazioni. Poiché la crescita delle possibilità di risposta è quadratica, siete costretti a pensare in anticipo ad un numero n di colpi, dove n è una funzione iperbolica limitata dal senh della bravura dell’avversario e dal cosh del numero di colpi scambiati fino a quel momento (approssimativamente). Io lo sapevo fare.”

Che significa questa frase? Niente, e molto. Un matematico direbbe piccato che la crescita non è quadratica ma esponenziale1, e


    Ah: la dimostrazione del fatto che i razionali sono “pochi” rispetto ai punti della retta è standard; sono i fazzoletti rossi usati da Goris a non esserlo.

  1. Nel significato matematico, non quello della vita di tutti i giorni “che cresce tantissimo”.