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SUL TESTO DEL POEMA DI DANTE. 251

lo proponga a studio e ad esempio; non ne scriva storicamente; da che non v’ è religione a cui poco o molto . non bisognino alcune bugie. I precetti morali, e i principj di critica per quanto siano certissimi e felicemente ideati ed esposti , si reggono male e smarriscono ogni vigore, quando si appoggiano a leg- gendarj. L’autore delV Apologia di Dante illuminò le traccie te- nebrosissime dell’origine e de’ primi progressi della lingua ita- liana. Se non che mentre assumeva le parti, eli’ ei certo po-- teva adempiere degnamente, di giudice nelle tante questioni intricatesi da i)iù secoli, s’ è trasformato senza avvedersene in avvocato; e guardò a’ fatti ed a’ testimonj quanto bastavano a vincere, e non ad appurare la lite. Or chi gli dicesse: - la poesia che voi recitate per saggio di lingua del 1250, e d’idioma italiano in Romagna, sotto il nome dell’ Ubaldini , faentino, - non nominato da^Dante fra’ poeti ’, - non è ella attribuita in più libri a Franco Sacchetti’? ^ Forse non sente l’amabilità tutta propria di questo scrittore, e le grazie native del dia- letto de’ Fiorentini "? non suona co’ numeri della poesia e della lingua dell’ età del Petrarca e del Boccaccio, anziché coi vagiti di quanti rimavano innanzi che Dante nascesse? Ei- sponderete voi nomi di critici? Ko ; ma « l’AlPicci, e un al- « tro Fbaldini, o. il Quadrio, e il Zilioli e il Crescim.beni *, » - autorità di compilatori. Il Crescimbeni è il più tristo: al quale i codici del Kostradamus, non veduti nò prirha né po- scia da occhio vivente, e le mille baje poetiche, ascritte a chiunque visse e non visse, giovarono di suppellettile a far volumi di storie. Ma chi sa, e non ne ride ? * oh non par egli tempo oggimai che la semplicità d’alcuni scrittori forestieri, amorevoli all’italiana letteratura, cessi d’essere rimeritata dal rischio di credere ad imposture ’ì e che la sagacità d’ alcuni altri non segua a deridere negli Italiani la bona di sfoggiare false ricchezze ? Intorno al Zilioli, del quale non ho mai letto parola, vedi qui a piedi Taltrui parere ^

CIV. Importa dunque^ innanzi tratto rifarsi dal verificare r esistenza e l’ autenticità di que’ manoscritti ; e se vi stavano e stanno tante reliquie de’ primi scrittori. Il citare titoli di bi- blioteche e d’archivj, e de’ chiarissimi loro custodi, basta a chi non intende tanto né quanto si fatte cose; ma gli altri do-


1 Purgatorio, XIV, lOS.

2 Voiii qualunque delle raccolte de’ Lirici antichi ; io cito la ristampa del Parnasso del Rut;!)i, ed- Ven., 1812, pngg. 223, segg.

3 Dell’Amor patrio di Dan’ e, pagg 262-205

4 Molli in Francia, clie intijigano’ il vero intorno a* poeli Provenzali; — e qui, dov’io scrivo, Edgard Taylor, uomo piofon damo ale versato nella lettera- tura de’ Franchi, e delle lingue romanze.

6 « La Storia de’ PoeK di Alessandro Zilioli, di cui si hanno copie in diverse > bibliotr’chc, non è mai uscita alla luce; nò fc^iTalibo bene che uscisse, se non . purgala di molle favole chei v’ha ic^erì^S-L. t.^raboschi, Storia della Leti. voi. Vili, pagg. 425-42o, ed. Pis.


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