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234 DISCORSO SUL TESTO DEL POEMA DI DANTE;

« degni, altri mi spianerà la strada al ritorno ; ’ » e in quel- l’anno Cane della Scala s’ accampò sotto Brescia a costringerla di ristorare i suoi Ghibellini alle pubbliche dignità *. In quel- l’anno Guercello da Camino veniva spogliato da’ Guelfi della signoria di Treviso ; s’ impadroniva di Feltre , cacciandone un Vescovo; s’ammogliava a una nipote di Cane della Scala, e gli si faceva (come pur vanno le parentele fra principi) alleato, congiunto, e suddito a un tempo. E tuttoché Feltre non sog- giacesse al dominio dello Scaligero se non molto dopo, tut- tavia quel patto politico di famiglia bastava a suggerire a Dante di innestare nel primo canto della Commedia il verso :

E sua nazion sarà tra Feltro e Feltro.

I Ghibellini intorno a Montefeltro in Romagna, i quali sommossi con tutta la loro setta aderivano con le speianze e con le loro armi agli assalti di quel giovane guerriero contro la Chiesa, lasciano determinare i limiti di quella parte d’ Italia, dove i suoi seguaci predominavano *. 1 capi delle città Ghibelline in Toscana assunsero più ardire in quell’anno ; decapitarono i partigiani della Casa francese e di Roberto di Ts^apoli, e s’at- tirarono congiure e sommosse che li cacciarono a un tratto da’ loro stati. In quell’anno Spinetta Malaspinn, marchese di Luni- giana, e Ugoccione della Faggiuola, signore di Pisa, e i loro seguaci, rotti due volte in battaglia, due volte andarono a ri- fugio in Verona *. A questo Ugoccione, Ghibellino solenne dì quell’età, e che poscia mori Capitano degli eserciti dello Sca- ligero, sotto Padova ^ Dante, dicono, dedicò la Cantica óelVIn- /erno^. Ma se questa Dedicatoria, se l’altra, notata dianzi, del Purgatorio a Morello Malaspina — or chi non direbbe che fosse invece al ghibellino Spinetta ? ’ — e c^e un’ altra in fronte a tutto il Poema fossero mai vedute da chi ne parlò ; e perchè non ne resti che la memoria: è questione di non poco momento alla emendazione critica e alla storica illustrazione del testo, e fra poco m’ accade rà di toccarla.

LXXXIX. Ben esce dall’unica ch’oggi rimane di quelle de- dicatorie manifestissimo il fatto, che Dante non andò al Signore di Verona se non dopo che intese com’egli dava alte speranze a’ nemici della Casa francese e del Papa, ed ospizio prontis- simo ed armi a chi gli aderiva. E Anche non sorgano fatti più circostanziati e convalidati egualmente daHe parole di Dante, è da credere : — che il suo secondo pellegrinaggio a Verona


1 Qui

2 Ann


^„. dietro, sez. XXXIX. « Annali d’Italia, an. 1316.

3 Qui dietro, soz. XIII.

4 Annali d’Italia, an. 1316-Ì317.

5 Ivi, an. 1322. „ . ,, ^

6 Felli, Mtmone per la vita dt Dante, p. 44, dopo il Boccaccio.

7 Vedi qui dietro, sez. LXXXIV, ultime linee.


DISCORSO