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del veltro allegorico di dante 65


forse se percossi da tremuoto avessero quei monti crollato. Mirabilmente poi confortano la sentenza del conte Marchetti le cose che si sanno dei restanti giorni deH’Alighieri, cui bastarono appena i tredici anni che sopravisse così per eseguire i suoi tanti viaggi, come per comporre le sue molte opere in prosa, e per dettare le due cantiche piú difficili del poema. E poiché il poeta era premuto dalla povertá, non avrebbe per semplice vaghezza ricovrato in Francia quando Clemente V, in sembianze così propizie ai fuorusciti, ebbe dato legge ad Arrigo VII di passare in Italia. Dante adunque, che nel 1308 dimorava presso Scarpetta degli Ordelaffi, non terminò l’Inferito e noi commise, partendo, alla fede di frate Ilario se non prima della scelta di Arrigo VII, nell’autunno del 1308. E però a questo autunno si deve attribuire la pubblicazione ilariana o faggiolana, che voglia dirsi, dell ’Inferno di Dante: dopo la quale cessò egli dal poter fare in esso alcuna correzione o verun cangiamento, come altri vorrebbe, affermando che piti di una edizione deWInferno avesse l’Alighieri dato in luce: nelle quali edizioni aveva in alcuna guisa rimutato a sua posta ed accresciuto massime il primo canto. Ma di esse per veritá non è vestigio in alcuno dei tanti codici che si conoscono, e che, tranne le varie lezioni, punto non si discostano dal testo comune o ilariano.

XXXVII. Dappoiché per volere di Dante istesso, come si disse altrove, in ogni allegoria si hanno a considerare piú sensi, e che tra questi egli annovera (in Epist. ad Kanem grandem) il morale ovvero lo storico, a questo senso bassi a por mente, preferendolo ad ogni altro: a questo, perché contiene la somma delle sue passioni e delle sciagure di lui. Ricercando il senso storico nella Divina Commedia, gran parte si disnebbia del libro; e sovente arcane bellezze quivi sono svelate ove si sarebbe creduto non ascoltarsi che il suono di buie o di vane parole. Opera insigne collocò adunque il conte Marchetti nell’illustrare le allegorie del primo canto; quivi l’Alighieri ne rappresenta la selva o valle in cui tre fiere albergavano. A lui