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A vostro fratello Eduardo vi prego dire tutto ciò che saprete di meglio per dinotargli la mia stima ed amicizia... Volevate sapere di Rezzonico? Non sono ancora molti giorni passati, ed eccomi giungere una sua lettera, compitissima e gentilissima. Giá ne avea prima ricevuti i saluti per mezzo del prof. Mittermeier. Ora mi dice in questa lettera d’avere veduta la mia appendice; d’avergli questa fatta una grande impressione; volerne dar egli un breve ragguaglio all’Istituto lombardo-veneto; essere il libraio Fusi di Milano venuto nel proposito di ristampare il Discorso intero (cioè la V parte) co’ due articoli di esso Rezzonico e con l’appendice mia. Non entra in materia sulle opinioni controverse; ma pare, se non m’inganno, di non voler egli prolungare il combattimento. E, se lo prolunga, io non rispondo piú: sapendo che bene potrò rispondere nella Storia, ma non altrove che nella Storia, ed anche nel Codice diplomatico longobardo (del quale vi parlerò un’altra volta), senza mai piú nominare il Rezzonico, ma trattando gli argomenti da lui toccati, de’ quali, in veritá, non v’è stato uno solo, fino qui, che io non avessi ampiamente svolto nel Discorso. Son giá quindici anni compiuti che voi eravate inferma in Castel Gandolfo; ed un giorno io riconduceva Condoli nostro in Roma. Parlammo d’un fatto di Gondebaldo, re de’ borgognoni, e di sant’Avito, vescovo di Vienna. Ciò che io ne dissi fece meravigliar Concioli, ed e’ m’andava esortando a scriver qualche parola intorno a quel fatto. Ed io ne scrissi, tornato in Castel Gandolfo. Ora un giornale che si pubblica in Napoli, col titolo di Scienza e Fede, mi ha fatto pregare, per mezzo di cospicuo personaggio, che io volessi dare il mio nome, come lo ha giá dato il Galluppi. Ho risposto risolutamente no: ma, per non parer selvaggio al tutto, ho promesso di dare quel mio scritto riguardo a Gondebaldo, con la sua data di Castel Gandolfo e del 19 agosto 1829. Or questo scritto sará in forma di lettera, che io vi mando. Ne farò trarre una qualche copia per voi, per mr. Corboli e per Concioli nostro, non che per Giacinta. Ho ricevuta risposta dal signor Cerroti. La nostra storica impresa di Napoli procede bene: abbiamo giá il danaro neces-