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Io meno una vera vita di bruto: il marchese Capponi mi ha scritta una lettera gentilissima sulla mia Storiti, presentandomi il cavaliere di Santa Rosa ed il cavaliere Britannio di San Marzano, gentilissimi, amabilissimi ed istruitissimi torinesi: non ho risposto a Capponi, non ho risposto a Santa Rosa, che mi ha scritto, non ho risposto a Balbo, a Sclopis: è un orrore, una scelleratezza: ma io muoio se non istampo il primo volume, ed il primo volume mi uccide. Sono stato tre giorni per poter scrivere tre periodi: non prima di oggi son venuti e son venuti bene: ho gridato pel piacere del parto, e mia moglie è accorsa per vedere che cosa era. Bisognava essere o voi o ella per non mettersi a ridere di questo gravido e lunatico marito. Ma si, mia buon’amica, in veritá, mi sono sentito sollevare da un gran peso quando i tre periodi sono sbucati fuori! Io intendo col mio primo volume di far la pace con tutt’i miei amici; e, si, la farò: e ripeto che quando vedrete ciò che ho giá scritto, mi chiederete scusa e direte che quella non era cosa da farsi in si breve tempo. In fine, a farla breve, io comincio la mia storia quattordici secoli prima del diluvio di Noè. Pazzo infernale! direte voi. No, vedrete che non sono pazzo e che il solo essermi beffato delle favole anteriori a quel diluvio dá piú luce alla storia dei goti e dei longobardi, che se non avessi scritto molti volumi. Feci leggere quel principio a Santa Rosa ed a San Marzano, e, se l’amor proprio non m’ingannò, furono contenti.

Ferrigni dice che le prime due pagine della Storia faranno scrivere molti volumi, contro di essa, dai tedeschi e massimamente dagli svedesi. Torno a dire che questo mio discorso deve parervi spropositato, ma vedrete che non sono pazzo... Posillipo, 12-14 maggio 1834.