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Il Tassinari parevami ben toscano, e non faentino in Firenze: e possiede una sua villa in Valdipescia di Toscana. Egli è un povero di spirito. Ho giá distese le mie osservazioni sul veltro e rispondo cosi al Tommaseo, come al De Cesare, per quel suo Benedetto XI, ed a Gabriele mio. Mi è venuta di troppo lunga quella mia diceria, e Liberatore ha ragione di non volervi metter piú il suo nome, perché non sarebbe possibile né di rifare il lavoro, né di far credere che egli, non coltivando quegli studi, fosse autor dell’articolo. Il mio nome, no certamente: dunque? Datemi un buon consiglio donnesco; altrimenti, non se ne fará piú nulla. Galluppi ha stampato il primo volume della sua Filosofia della volontá. Fate dunque sapere a Bonelli che cosa vuole si faccia, ed innanzi tutto fategli sapere che vi deve una visita (ormai si può dire in buona coscienza). Quando l’avrete veduto, egli dirá certamente ad Ostini che venga a salutarvi, come ha promesso. Si attribuisce alla malattia patita dal Galluppi una dedica molto brutta di quel suo libro al marchese di Pietracutella, giá ministro dell’interno, e poi, per cagione di salute, ritiratosi dal ministero e rimasto semplice ministro di stato e presidente di quella che si chiama consulta del regno. Questo Pietracutella, che è un Ceva Grimaldi, fece molto male prima di esser ministro; ma, da ministro dell’interno, cominciò ad aver cara la pubblica stima, e, fra le altre buone cose, nominò professori Galluppi e Niccolini. Giá da molti anni, io noi vedeva; né, in veritá, mi curo di vederlo; ma, ieri sera, mi ha mandato in dono un suo Viaggio, in versi, al lago Fucino, viaggio intitolato a Raffaele Petra di Vasto Girardi, suo parente, ed anche un poco nostro parente. Mia madre vuole che io vada a ringraziarlo: mi contenterò di un viglietto da lasciargli, ed una visita effettiva alla vecchia e buona sua madre, che, in altri tempi, ho veduta molto. Napoli, 28 luglio 1832.