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fatta da Pipino e da Carlomagno alla Chiesa romana; la seconda questione, qual fosse la natura del potere imperiale nell’800 e del potere sacerdotale di Roma.

Da qui derivano poi mille conseguenze del diritto pubblico dei mezzi tempi, conseguenze, l’applicazione delle quali si sarebbe veduta principalmente nelle funeste gare dei ghibellini e dei guelfi. E son pur queste gare che fanno il tutto della storia toscana fino ai tempi di Dante. Io non ho bisogno di dirvi, amica pregiatissima, quanto siano difficili siffatte quistioni, e però non vi sará di maraviglia il sapere che intorno ad esse ho consumata la maggior parte del mio tempo fin dal punto che io vi lasciai. Ma ora parmi, se l’amor proprio non si burla di me, parmi di aver chiarito quelle tenebre e di poter dire qualche cosa non detta per il passato intorno a quegli argomenti. L’aver trovato il Fantuzzi ha dato nuova luce alle mie ricerche: ivi, fra le altre cose, leggesi la donazione di Pipino alla Chiesa romana, donazione fatta nel 753, e conservata negli antichissimi archivi di Venezia. La lettura sola di un tal documento rende inutili milioni di volumi e di dispute sostenute dall’etá del cardinale Baronio fino a quella del cardinale Borgia. E quindi può riuscire di alquanto interesse la mia fatica; ma ecco una opposizione che mi viene fatta... Ei mi si dice che l’avere studiato a fondo la natura del potere pontificio ed imperiale sia un argomento il quale riguarda non meno la Toscana che l’Italia tutta, e forse la moderna Europa: che però angusto e breve titolo alla cosa è voler chiamare semplicemente toscana la mia istoria. A ciò io rispondo che un titolo modesto è da preferirsi ad uno ampolloso; che vai meglio dar di piú di quello che si promette, anziché imitare i francesi, i quali aprono si gran bocca nel parlare delle cose loro. Ma io veggo in veritá che la sola Toscana è picciol campo alle mie ricerche, né io debbo privarmi di descrivere i fatti della vostra Romagna cosi essenzialmente uniti a quelli di Toscana, e non posso tacere della lega lombarda, onde tanta gloria provenne al nome italiano. Io sono dunque tentato a voler intitolare Storie italiane dal VI al XV/ secolo quelle