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orgoglio, la cura cioè di rispettare me stesso e di ottenere il plauso degli spiriti nobili e generosi. Voi che non ignorate quanto quest’orgoglio sia caro dono e funesto, potete comprendermi, ed io non dispero che il tempo non debba farmi conquistare la vostra stima.

Vi ringrazio della benevolenza che mostrate per Imbriani. Marsuzi mi scrisse, ma non potrò rispondergli che l’altra settimana. Intanto saluti a lui ed agli altri amici, senza fine. Godo molto che voi abbiate potuto rimaner nella vostra stanzetta: ditemi se sperate di conservarla. Nello scrivere a don Giovanni, vi prego di non dimenticare i miei rispetti. Addio, credetemi sempre quale sapete che io sono, e quale il mese di giugno non ha potuto farmi cessare di essere, perché non ha certamente diminuito gl’immutabili sentimenti di stima e di rispetto coi quali sono e sarò sempre il vostro, ecc. Napoli, 13 luglio 1826. PS. — Rispondetemi.