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però incerto il grado, incerta la qualitá di ciascuno tra essi. Col tempo si fatti ostacoli vennero a diminuirsi, e potè il bavaro Liutprando nel 726 ammettere tanto i romani quanto i longobardi a scrivere secondo la romana legge ogni carta dinanzi a’ notari. Or questi notari doveano pagare il lor guidrigildo, se contravvenissero in qualunque modo alla legge del 726: ciò dimostra, che notari di sangue romano, di sangue gotico e d’ogni altro sangue riguardavansi da quella medesima legge come cittadini longobardi.

Nelle Gallie vi fu il danno d’essersi distrutta la cittadinanza romana con la beffa del conservare i titoli de’ patrizi, delle curie, de’ maestri de’soldati; nel regno longobardo fuvvi un medesimo danno, ma senza una simile beffa, il che apparirá dal presente codice diplomatico. Parlo d’una beffa politica, se mai ella faccia presagire od almeno sperare, che qualche franchigie od immunitá o privilegi rendessero proficuo nel fatto il rimbombo de’ nomi e delle dignitá romane. Ma son pienamente d’accordo coll’Odorici nel pensare, che un rispetto involontario comprimeva i barbari, ad udir solo il nome di Roma; e che se nell’Italia mancarono i patrizi e le curie, gli stessi re amarono di nobilitarsi col nome di Flavi. La stima e il rispetto verso Roma erano dalla necessitá delle cose comandati ad un popolo barbaro, che scriveva in latino le sue leggi; pur da ciò non seguitava, che i barbari tenessero la cittadinanza romana per piú augusta o desiderabile della barbarica, e che fuori di questa vi fossero dritti e privilegi o politici o civili per alcuno de’ loro sudditi. Né il gius romano, consentito da Clodoveo a’ romani delle Gallie, s’estendeva oltre gli argomenti privati, non preveduti dalla legge salica; cotanto povera e digiuna di civil dritto; e se questo nelle poche materie civili contemplate da’ franchi opponevasi alla salica, la salica vincea, non il codice teodosiano. In tutto il resto, chi potrebbe, chi vorrebbe negare il trionfo, piú o meno lento, della civiltá e dell’intelletto romano sulla barbarie del medio-evo? IV. La parte piú gloriosa della storia dell’umano spirito è per l’appunto il risorgimento del dritto romano in tutta l’Europa.