Pagina:Troya, Carlo – Del veltro allegorico di Dante e altri saggi storici, 1932 – BEIC 1955469.djvu/180

avesse lasciato in vigore la legge di tutt’i popoli cosi romani come germanici. Dovremmo tosto vedere le conseguenze necessarie dell’esistenza di tante leggi: una legge cioè comune a tutt’i popoli soggetti ad uno stesso re longobardo, dovremmo trovare le professioni di legge di ciascun popolo giacché tanti documenti ci sono pervenuti del regno longobardo. La legge comune a vari popoli, sottoposti allo stesso regno, fu chiamata «capitolare» dai franchi, siccome avverte il Savigny: presto dunque mettiamo mano a trovare questi capitolari e queste professioni di legge in Italia prima di Carlomagno. Ma dove sono? E soprattutto dove sono i capitolari? Dove qualche disposizione comune a tanti popoli? E qui parlo sol dell’editto. Tutt’i popoli germanici non hanno altro nome se non di longobardi, e la sola serva romana vi si nomina per oltraggiarla. E poi non havvi una legge dell’editto che non sia in ripugnanza apertissima con qualunque principio di dritto romano: cosa che 10 non ho tempo di mostrare, ma risulterá dai lavori che ho fatti di ridurre le leggi barbariche ad un ordine mio particolare, per mostrare le ripugnanze che vi sono tra esse, e di tutte quante esse sono col dritto romano. Solo vorrei sapere intorno all’editto, come si punivano gli omicidi fra romani e longobardi? Romani che per un momento io finger voglio che fosser stati ingenui e cittadini romani. Si punivano secondo la legge degli offesi o degli offensori? Se secondo la legge degli offensori, dunque il romano uccisor del longobardo punivasi secondo la legge Cornelia, e non piú col pagamento del guidrigildo da doversi apprezzare. Se secondo la legge degli offesi, dunque 11 longobardo uccisor del romano si puniva con la legge Cornelia!! Da queste cose ben ella vede, rispettabilissimo signor conte, che io non tratto la quistione come la trattò il Pizzetti che sostenne prima di me l’opinione d’aver l’editto abolito il dritto romano e però la cittadinanza romana. Le sue ragioni furono molto deboli, e potè agevolmente superarle il Brunetti ed avere un’apparenza di trionfo: ma Pizzetti aveva ragione e molta piú forza del suo avversario. Pizzetti fondavasi principalmente sul