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I

CARTEGGIO CON CESARE BALBO

(1830-31)

Lettera prima

Rispettabilissimo signor conte il signor Merle mi ha consegnati due volumi della sua Storia d’Italia, dei quali ella mi ha voluto far dono: caro dono e gentile! Tanto piú caro quanto meno aspettato e quanto piú io desiderava di conoscere un cotanto egregio lavoro! Io le rendo con sinceritá di animo le maggiori grazie che per me si sappia e si possa: finalmente l’Italia nostra possiede nel suo ultimo traduttore di Tacito un uomo, al quale fu conceduto di dar forma e colore alle o aride o troppo erudite narrazioni che fin qui hanno portato il nome di storia dei mezzi tempi. Non ho finito per anco di leggere i due severi volumi: né la sua opera è da potersi leggere frettolosamente: ma bene ho veduto qual sia il polso dell’autore, quale l’animo e quale il suo amore pel vero. I pregi delio stile son degni della gravitá delle cose: grandissimo è stato dunque il piacere cagionatomi dalla sua Storia, siccome grandissima è la mia riconoscenza verso lei, rispettabilissimo signor conte, per la bontá sua nell’avermi procacciato questo piacere. Acciocché poi ella non pensi che le mie sieno vane parole, io le verrò toccando leggermente di alcuna cosa, la quale nella sua Storia non si accorda con alcuni fatti da me creduti veri: fatti che in veritá non posso in una lettera dimostrar tutti, e sono pure in gran numero. Ma per un