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piú illustrava le provincie de’ visigoti era l’asilo apparecchiato alle turbe de’possessori romani delle Gallie, i quali non potendo sopportar la gravezza dei tributi e l’iniquitá de’ magistrati dell’imperio, amavan fuggire nelle terre di quelli, a cui si dava il nome di barbari. Ed i visigoti accettavano questo nome con orgoglio, tenendosi da piú della gente romana tralignante.

12. L’imperio d’Occidente in quell’etá s’indeboliva ogni di, cedendo al ferro ed al dispregio de’ barbari. Né quello d’Oriente si trovava in migliori condizioni sotto il reggimento di Teodosio II; misera preda ora degli eunuchi del palazzo ed ora delle minacce degli unni. Attila, il possente figliuolo di Munzducco, giá regnava su questi e sulle innumerabili generazioni de’ popoli soggiogati da Belamiro, stendendo le armi sue dal Caucaso fino al Volga, e dal Volga fino al Baltico. Piantò la reggia tra il -Danubio ed il Tibisco nelle pianure di Ias-berin, dove oggi seggono coloro a’ quali s’attribuisce l’antica denominazione di Iazigi. Quivi si raccolsero sotto le sue bandiere cento e cento nazioni d’Europa e d’Asia, né soli gli unni del Caucaso e del Caspio, ma quanti unni v’erano di lá dal Caspio, i quali solean chiamarsi bianchi od eftaliti; compresi tutti dagli scrittori contemporanei sotto l’erodoteo nome di massageti. Questa fu la gran trasmigrazione delle genti, la cui mercé si versò, per così dire, l’Asia in Europa, ove sursero nuovi popoli e nuovi linguaggi. Per tal cataclismo le favelle di Persia e dell’India, non eccettuate le samscritiche, poterono insinuarsi a mano a mano in Europa; donde s’avrebbe una ragione assai piú adeguata d’alcune simiglianze, piú o meno vere, fra gl’idiomi odierni, che non dagli estatici abbagliamenti dell’ineffabile antichitá d’un’ideale Indo-Germania.

Come parve ad Attila d’aver a bastanza umiliato l’orientale imperio, si volse all’occidentale. Condusse nelle Gallie sette cento mila e piú combattenti, fra’ quali erano i gepidi, gli eruli e gli ostrogoti, che ivi si trovarono a fronte de’ visigoti, confederati ora con Ezio, duce romano. I Campi Catalaunici furono spettatori dell’ultima gran vittoria dell’imperio, per la quale si