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Ma segregati e distinti rimasero dovunque i costumi degli sciti scoloti e de’ geti di Zamolxi. La dominazione di tali sciti cadde sotto i colpi de’ sarmati discesi dal Caucaso, i quali ottennero perciò, che una gran parte della Scizia Scolotica s’appellasse da indi in qua Sarmazia. Guerreggiarono sovente co’ geti, che pe’ loro dogmi amarono appellarsi e furono appellati gl’immortali. Quanto generosi ed umani fossero si fatti geti apparve dal nobile modo, in cui Dromichete trattò il re Lisimaco, suo prigioniero. La loro possanza s’accrebbe dappoi con vaste confederazioni di popoli, con l’insigni conquiste del re loro Berebisto e con l’arrivo di Deceneo dall’Oriente. Deceneo riformò il pontificato zamolxiano, introducendo il culto di molti minori dèi, a’ quali fabbricava piccoli tempi; erudí nelle scienze i geti; scrisse per loro uso le leggi dette bellagini; divise la loro gente ne’ due ordini de’ pilofori o degli ottimati, e de’ criniti o capelluti; ridusse il loro idioma in tal grado, che Ovidio qualche anno appresso non isdegnò di scrivere un getico poema in lode d’Augusto. L’arrivo di Deceneo giovò mirabilmente all’autoritá di Berebisto su’ geti, che da quel tempo vennero in fama d’essere i piú rispettosi ed amorevoli verso i propri re.

4. Poco innanzi Berebisto, Mitridate sollevò contro Roma i geti ed i sarmati ed i rimasugli degli sciti scoloti e quanti popoli abitavano l’Europa orientale. A que’ giorni eziandio affacciaronsi, minacciando l’Italia, i cimbri ed i teutoni. Qui s’apre finalmente nella storia la Germania, che or si vorrebbe confondere col paese de’geti; ma qual differenza ne’costumi, quale nella civiltá? Le infami caldaie, donde le donne de’ cimbri traevano gli auguri, facendovi stillare il sangue de’ prigionieri, le sorti gittate da quelle di Ariovisto sopra Valerio Procillo, i tuguri de’ Germani, la lor sordidezza e l’ignoranza delle lettere non somigliano punto alle discipline stabilite da Deceneo fra’ geti, ed ammirate anche da Strabone, il quale non solea tenere in onore le cose di quelli che aveano il piglio di barbari. E non egli od alcuno tra’ rimanenti scrittori greci e romani confuser giammai la getica razza con la germanica, sebbene