Pagina:Troya, Carlo – Del veltro allegorico di Dante e altri saggi storici, 1932 – BEIC 1955469.djvu/107


del veltro allegorico di dante 101


la sua speranza di riavere la patria ed il suo bell’ovile (Parad’. XXV-1-12), superate che il tempo avesse le difficoltá intorno alla maniera del ritornarvi.

Mentre l’Alighieri, non ancor vecchio, aspettava in Gubbio le opportunitá necessarie, prese quivi ad erudir nelle lettere Ubaldo, figliuolo di Bastian da Gubbio autore del sermon della morte, ovvero del Teleulelogío. Con piacere simile a quello degli avcllaniti s’insegna in Gubbio la casa ove albergò il poeta: questa lu poi dei conti Falcucci, che vi scolpirono in marmo l’elogio. La via, ov’ella è posta, è detta di Dante. Nell’archivio degli Armanni si osserva, in antica scrittura, un sonetto gratulatorio a Boson da Gubbio sui progressi del figlio di lui nello studio della lingua greca e della francese, il qual sonetto porta il nome di Dante: di qui sorge la congettura che questi, come fece di Ubaldo, così avesse avuto a discepolo il giovinetto Raffaeli. Agli Armanni, dei quali ho accennato, apparteneva quell’Armannino da Gubbio, giudice in Bologna, il quale dedicò a Bosone Raffaeli trentatré libri delle istorie dette le Italiane Fiorita; e cui l’amicizia con Bosone o la simiglianza dei loro studi non meno che l’ordine dei tempi fan credere facilmente amico di Dante. Gubbio spira da per ogni dove le rimembranze dell’Alighieri; sei miglia lungi da essa il piccol Saonda lambisce il castello di Colmollaro, posseduto giá da Bosone: in quello vissero insieme i due ghibellini, e coi presidio delle lettere cercarono di obbliare le loro calamitá cittadine.

LIII. Ma giá orrida guerra era scoppiata in quell’anno, ed avea rotto gli ordinamenti dell’ultima pace di Napoli. Signoreggiavano in Genova i Fieschi, ai quali, avvicendato l’esilio, aveano ceduto il luogo i Doria e gli Spinola. Matteo Visconti offerissi propizio ai fuorusciti, e congiunte le sue con le loro forze inviò Marco suo figlio con esercito possente ad assaltar la cittá. Implorato dai Fieschi Roberto navigò verso quella da Napoli, e vi giunse il 20 luglio 1318; Firenze non solo provide a largamente aiutarlo, ma di nuovo il gridò signore per