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case loro gli strumenti adoperati a martirizzare il fanciullo. Ma persistendo essi a negare il delitto, secondo il barbaro e ingiusto costume invalso allora in Europa, e non per anco abolito interamente, furono messi alla tortura, e per tal mezzo ottenutane la confessione, si dannarono a morte. Gli altri Ebrei ebbero il bando dalla città, nè poterono più mai ristabilirvisi. Era allora Vescovo Principe Giovanni Hinderbach, tedesco, uomo rigidissimo, al quale i Giudei cagionarono molte brighe, e cui riuscì arduo il discolparsi in Roma, dove fu accusato d’ingiustizia e di crudeltà. Il tormentato fanciullo fu ed è onorato qual innocente e martire perchè dato a morte in odio di Gesù. Oltre questa si eressero in memoria del fatto e in onor suo altre cappelle, una in casa de’ Conti Bortolazzi, ed una in quella de’ Baroni Salvadori, dove fu preso e dove fu tormentato Simone. Chi messo in sospetto da una confessione estorta coi tormenti, e dal processo fatto contro il Principe, volesse dubitare della reità degli Ebrei, non avrebbe per ciò motivo alcuno di biasimare i Trentini, che onorano qual beato in Cielo un fanciullino innocente che dovette soffrire da mani scellerate una morte peno-