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gli sgocciolassero addosso. E, poi, c’era caso che lo colpissero su la testa con qualche scarpa vecchia, attraventata giù, o magari con le bucce di pomodoro quando le donne ripulivano le pentole e i piatti. Buttavano via anche pezzi di vestiti logori; e i suoi occhi ci si fermavano sopra per ore intere.
Alla fine, dopo aver atteso per un altro mese, i primi di febbraio lo presero all’Ospizio di Mendicità. Egli avrebbe voluto rifiutare, perchè si vergognava; ma dovette cedere. Era sempre meglio di quando moriva di fame in qualche immondezzaio, e qualche cane randagio, con le costole sottili che tremolavano, andava a raspare nei mucchi della spazzatura e delle putrilagini; e trovava un osso; ed egli, allora, guardava il cane che mangiava, e gli veniva la saliva alla bocca.
Lo misero in un camerone, dove c’era un centinaio di letti e nessuno vuoto. Quando lo fecero lavare e gli dettero un vestito come avevano tutti gli altri, ros-