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— Sì, sì; a farmi dare del tu mi piace.

Enrico, allora, gli fece una lunga spiegazione:

— Il carretto, come fanno tanti che vanno a prendere le valige alla stazione, io non lo tirerò mai; perchè non l’ho mai tirato. Mi dovrei mettere a fare il fabbro? E la forza dove l’ho? È inutile: quando si nasce con l’animo di signore, non si perde mai. Ci vuole altro!

— E a dormire dove vai?

— In una panchina della Lizza, sotto agli abeti. Ma comincio a starci male, perchè è freddo. Con la malattia che ho, reumatismo e gotta, mi scricchiolano le ossa e mi vengono certe nevralgie che mi fanno perdere i sensi. Mi dolgono tutte le ossa, e mi chiappa un malessere, indefinibile che non mi lascia addormentare. Non posso stare in nessun modo; e, anche se avessi una coperta, non potrei adoprarla, perchè addosso non sopporterei nulla. Basta anche toccarmi con un dito, per farmi saltare dallo spasimo. Perciò, scendo giù dalla panchina e mi