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Cosi verrebbero ad essere agevolmente spiegati e la diversitá fra la lingua e lo stile del dialogo e quelli della prosa della Tullia; la somiglianza della forma e della sostanza con gli scritti del Varchi e la irrefragabile identitá grafica tra il dialogo e la lettera proemiale del Muzio. Quanto alle lodi, che nel dialogo si profondono alla Tullia, non è proprio il caso di prenderle in grave considerazione, quando si confrontino con quelle che in tutti i dialoghi del tempo si distribuiscono agli estranei ed agli autori stessi (si vedano nel Raverta e nella Leonora le lodi prodigate allo stesso Betussi), quando si pensi che la scrittrice era una cortigiana militante, e quando si rifletta che, in fondo, il Muzio, che dice di aver cambiato il nome di «Sabina», che la Tullia si era attribuito, può bene aver aggiunto un tantin di frangia adulatoria per la sua volubile amica, che tanti avea con lui «còlto dolci frutti d’amore».

IV

«Specchio d’amore» di Bartolomeo Gottifredi

Una sola edizione, rarissima, conserva il vivace Specchio d’amore di Bartolomeo Gottifredi, edito dal Doni a Firenze nel 1547 (>). Per altro, la lettera dedicatoria a Candida e quella, che segue, del Doni recano rispettivamente la data del settembre 1542 e dicembre 1543. L’epoca quindi della composizione di questo dialogo è di qualche anno anteriore alla data di stampa. Come per gli altri autori, anche per questo si ebbe la piú scrupolosa cura affinché il testo non subisse deformazione alcuna. Quindi furono mantenute le forme dei doppioni «averei» e «avrei» e «avrei», «dovere» e «de vere», «deverei» e «devrei», «debbono» e «deono», «i diti» e «le dita», «oltre» e «oltra», «i risi» e «le risa», «sperienza» e «isperienza»; e le forme costanti : «absenza», «admirare», «annello», «asseguire», «aventura», «avertire», «aviso», «azzione», «babordo», «caminare», «cupidiggia», «dilicato», «essempio», «essequire», «femina», «fenestra», «gieloso», «lievare» per «levare», «maladizzione», «obligare»,

(1) Specchio d’amore, dialogo di messer Bartolomeo Gottifredi, nel quale alle giovani s’insegna innamorarsi: con una lettera piacevole del Doni in lode della chiave e la risposta del Gotti/redi. In Fiorenza, per il Doni. E in fine: «Stampato in Fiorenza per il Doni l’anno mdxlvii».