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dalla Tullia per rendere piú svelto e vivace il dialogo, fossero dimenticanze dello stampatore, onde si diede cura di completare quelle che egli credeva lacune e che in fatto non sono altro che artifizi rettorici. Grandissima cura fu posta, anche in questa ristampa, affinché il testo riuscisse piú prossimo al vero che fosse possibile, mediante la riproduzione esalta tanto delle forme particolari quanto dei doppioni e delle espressioni peculiari.

Quindi furono mantenute le forme costanti: «academia», «uguagliata», «aventura», «avertire», «auttoritá», «azzione», «baccatella» per «bagatella», «benivolenza», «brievemente», «brutti» per «bruti», «camino», «conchiusione», «contradizzione», «dechiarare», «diffinizione», «disiderare» e derivati, «domenticare», «giovene», «giuculatori» e «giucare», «imagine», «improviso», «lezzione», «loica», «emanala», «menore», «miga», «obiezzione», «obedire», «obligo», «ogniuno», «pare» per «pari», «perfezzione», «picciolo», «prattico», «prencipe», «presonzione», «promesse» per «premesse», «robba», «salvatico», «sceleratezza», «scoziese» per «scozzese», «someglianza», «spiritale», «valentigia». Inoltre le forme verbali : «accaggiono» per «accadono», «avemo» per «abbiamo», «averei», «arei», «dee», «debbia», «doverei», «farme» per «farmi», «potemo», «sappiendo», «saglie» per «sale», «semo», «séte», «tenghiamo», «venghiate», «volemo».

Non molti sono i doppioni: «avenire» e «avvenire», «biasimato» e «biasmato», «dubbio» e«dubio», «essempio» ma «esempi», «medesimo» e «medesmo», «movere» e «muovere», «oltra» e «oltre», «provare» e «pruovare», «rado» e «raro», «termine» e «termino», «trovare» e «truovare». Assai piú meritevoli di nota sono invece le parole, le forme, le espressioni e i detti che la Tullia introduce nel suo dialogo. Per esempio: «albagia» per «capriccio», «apparare» per «imparare», «capevole» per «capace», «carrucolare» per «cogliere in fallo», «ciscranne» per «sedie», «combibia» o «combrica» per «combriccola», «fornire» per «finire», «rincorare» per «aver coraggio di...», «parere» sempre in luogo di «sembrare», «sciarpellone» per «sproposito», «sofistarie» per «sofisticherie», «se none» per «se non», «le sentimenta» per «i sentimenti», «messer Sprone» per «Sperone»; e le forme nominali «lode» per «lodi», «vile» per «vili», le preposizioni articolate «del» e «della» per «dal» e «dalla», e le forme verbali «para» per «paia».