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le quali, a tutt’ore rivolgendosi nella mente, lo guidavano sin dove quella ben nata ed aventurosa anima era stata tolta. Quinci nacque che anco dopo morte, come viva, amolla cosí saldamente. Ed io perciò voglio poter chiamare ragionevolmente, non osservatore delle virtú di quelle illustri donne, che riverisce e celebra con tanta industria e con tanto studio, il nostro bassanese, ma vero amante delle perfette bellezze loro. Perché, lasciando voi, che suo idolo séte, chi dirá che, amando, commendando ed onorando, com’ei fa, il valore e la magnanimitá della signora Lionarda da Este Bentivoglia, ei non sia di quei veri conoscitori di bellezza che mai fossero nelle platoniche scuole? Veggendosi in lei far nido l’onestá, fiorir la cortesia e stabilirsi la religione? Chi negherá che quasi sempre, ragionando delle valorose donne di Pavia, lasciando per ora da parte quelle singolarissime ch’ha ricordato la signora Leonora; chi negherá, dico, eh’essendo egli con lo spirito quasi di continuo rivolto alle singolari virtú, agli ottimi costumi ed alla reale cortesia della signora contessa Lucrezia Martinenga Beccaria, il cui valore in molte parti si truova spiegato nelle carte del gran Giulio Camillo, egli non sappia discernere ed amare tutto ’l bello che rende il mondo adorno? Chi non assentirá meco che, dolendosi egli solo d’essere stato tardi conoscitore delle bellezze dell’animo e del corpo della signora contessa Paola dal Maino Beccaria, a cui poco a lui parrebbe avere dicato tutti i suoi giorni e tutti i suoi studi (ancora che di continuo abbia in bocca per lei quei versi del mio reverendissimo ed eterno Bembo:

Farò qual peregrin desto a gran giorno, ch’il sonno accusa e, raddoppiando i passi, tutto il perduto del carni» racquista,

volendo dimostrare di esser per celebrarla con tanta maggior veemenzia); chi non assentirá, e tornerò pure a replicare, ch’egli abbia fatto elezzione tale, che renderá lui immortale ed accenderá piú d’un valoroso intelletto ad adoprare lo stile in onore di quella? Chi ardirá non confermare che la bella Livia, vera imagine di tanta virtuosa e bellissima madre, non sia meritamente come