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Maddalena. Voi parlavate dei sovrascritti.

Coppina. Tu ti sforzerai ad imparare a far rime, per saper rispondere, con pari ordine, ai sovrascritti delle sue lettere; e, quando tu non sapessi, avremo ricorso a quelle mie. E, come hai udito, non esprimere mai il tuo nome né quel del tuo amo roso, percioché, se una delle tue lettere si smarrisse e per isventura in mano altrui capitasse, non sará però chi sappia chi la mandi né a chi sia mandata, se i nomi non vi siano espressi. Voglio ancora che tu profumi cosí i favori come le lettere che tu gli manderai, acciò in ogni tua cosa si conosca gentilezza e leggiadria, come son certa ch’egli profumerá i suoi.

Maddalena. Deh, perché non ne ho ora alcuno, per donargli duotnila baci?

Coppina. Cotesto voleva io dire: che tu baci le lettere ed i favori, ch’egli ti manderá, alla presenza di colei che te gli avrá recati ; il medesimo farai quando egli passerá, o sará in loco che ti potrá vedere. Né solo questo; ma, se tu avessi in braccio alcuno fanciullino, come alle volte occorre, e s’egli s’abbattesse a vederti, farai che tu lo baci stringendolo e suggendolo con una veemenza, con un desiderio, che paia che tu ti sfacci per dolcezza, con un dire: — Amor mio bello, figliuolino mio dolce, il mio passerino, il mio colombo; — ed in questo dire terrai fissi gli occhi negli occhi dello amante.

Maddalena. Oimè, verrá mai l’ora? A che finalmente riusciranno queste lettere?

Coppina. La somma sará ch’egli ti chiederá una breve udienza.

Maddalena. Ma non si potrá fare ch’egli vi dica il suo intento senza tanto scrivere?

Coppina. Se si potesse condurre amore a fine senza alcun mezzo, sarebbe ottima cosa, ma io non trovo che sia possibile far senza, se non ci intraviene una grandissima comoditá ed una molto famigliare e non sospetta conversazione; ma, percioché questo aviene di rado, è forza trovar persona che l’animo degli innamorati l’un l’altro palesi; e, non trovando alcuno amante