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Tu hai molto ben potuto vedere quanta grazia e quanta venustá tengano nei volti loro quelle suore, le quali somigliano ad altretanti angeli; e tra le attempate ne vedi poche che grinze siano e crespe, come vedi la piú parte delle secolari. Da che vien questo? Dai lisci o dai belletti non giá in veritá, ché sui lor visi non sono colori finti ; né da altro procede se non che il puro della pelle conservata nel suo esser naturale, veduta palesemente, si dimostra e miracolose le fa parere.
Maddalena. Questo è vero.
Coppina. Oltra che il lisciarsi fa per donne mature, non per fanciulle.
Maddalena. L’Aurelia non istá giá per esser fanciulla che non s’imbelletti.
Coppina. Vedi che bel garbo! E quanto meglio compare madonna Antonia, con quel poco tirarsi per esser donna, che l’Aurelia, la quale è cosí giovanetta e senza empiastri si mostreria bellissima.
Maddalena. Non c’è dubbio.
Coppina. Mi par bene che sia da tenersi curati i denti, per render grandissima vaghezza, se son politi, e pel contrario la bruttezza loro è cosa troppo schifa; né saria fuor di proposito tenere alcuna cosetta odorosa in bocca per conto del fiato, e qualchi odoretti non troppo acuti addosso, che opprimessino quel poco di grave che talor per sudore o per fatica rende la carne: ma non levar, come io dissi, il puro suo alla natura.
Maddalena. Poiché niuna di queste cose adopro io, lasciatele da canto e seguite il parlar vostro.
Coppina. Che vuoi tu piú ch’io ti dica, avendoti mostrato a innamorare? Anzi di piú, percioché solo un volger d’occhi, un riso, un atto è bastante a farti d’amor suggetta.
Maddalena. Io ho mille fiate guardato Fortunio, né però mai me ne sono di amore accesa: perché cosí?
Coppina. Amore non ha voluto, ché, se di sua voglia stato fosse, per fama ancora averesti amato.
Maddalena. Questo desio che nuovamente m’è venuto è veramente amore, perché io sento fuor del suo solito palpitarmi