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Coppina. Pazzarella, la faccia tua non è da stare ascosa, la quale, piú che giglio bianca e piú che rosa vermiglia, tiene piú del divino che del mortale. Anzi ti conforto che per via o per chiesa, incontrandoti l’amante, come se a caso lo facessi, levandoti il velo dal volto, Io lasci vedere, accompagnando con tale atto un’occhiatina, quando con onor tuo lo possi fare. Lodo ancora una volta farti vedere inornata, con le braccia ignude e senza velo a collo, purché a caso si avisi che tu lo faccia. Peroché ogni minima particella del tuo corpo veduta ignuda è da se sola una face, con che Amore è possente a scaldar un ghiaccio: pensa ciò che sará il vederne tante a un tratto! E si può credere che le braccia, i capelli ed una parte delle poppe, a caso vedute, possano partorire uno incendio nelle piú alte nevi dello altissimo Appennino, non che in un cuore umano. Vero è eh’ io non intendo che lungamente a questa foggia dimori, né che piú d’una volta il faccia; ma, conosciuto ch’egli t’abbia veduta, quasi che di ciò ti vergogni, con un modesto risetto, voglio che te ne fugga.

Maddalena. Se il lasciarmi vedere per un poco in cotal modo causerá tanto fuoco, non ne accenderebbe vie piú se io piú fiate e piú lungamente a farmi vedere dimorassi?

Coppina. Anzi, per aventura, il contrario opererebbe, dandogli segno per questo che in te non fosse né onestá né vergogna, senza le quali non può donna avere né grazia né bellezza, che bella e graziosa sia.

Maddalena. Di gran virtú sono gli occhi in amore?

Coppina. Gli occhi sono la prima face ch’egli adoperi nelle sue imprese, atti a ricevere il fuoco suo come Tacque la spugna; in tutto dolci ed amorosi e veri interpreti d’amore, e son tali che non è persona cosí diffórme, i cui occhi, per brutti che sieno, non sembrino belli, e non siano tali giudicati da chiunque è del suo amor preso, e da quelli non desideri esser guardato, e piacer loro.

Maddalena. Giá mi sento infiammarmi tutta di desio di piacere a quegli di Fortunio, e penso che fia bene, da una volta in fuori, fare si ch’egli mi vegga acconcia e di belle vesti addobbata.