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Voi mi avete chiarito di quello che io non dubitava, cioè che sapevate benissimo la resoluzione di cotal dubbio. Benché a me ne rimangono ancor nella mente alcuni dubbi.

Tullia. Se egli è come voi dite, che io abbia detto il vero, molto me ne doglio, percioché io vorrei che la veritá stesse tutta altramente di quello che ho detto, e che l’amor avesse termine. Si che, se voi sentite altramente, dite pur, via, ché mi troverete dispostissima ad udirvi e desiderosissima di esser persuasa in contrario. E non vi mettete pensiero di questi altri, ché queste sono cose che toccano a tutti generalmente, e ciascuno le ascolta volentieri. E tanto piú ci farete meravigliare, quanto credevamo tutti che sapeste ragionare di ogni altra cosa meglio che di Amore, e che di ogni altra parlaste piú volentieri, non essendo questa la profession vostra, e mostrando di esser piú tosto severo di nafurá che altramente.

Varchi. Quello che io mostri o non mostri, non vi so io giá dire. Vi dirò ben tanto che, se io so cosa niuna, ché ben so quanto ne so poche, questa è una, anzi la prima. Percioché tutte le altre mi sono state insegnate o dalla voce degli uomini vivi o dagli scritti de’ morti. Questa sola ho apparata dagli dii, cioè dalla natura e da Amore con una continua e lunghissima esperienza; ché dal di, si può dir, ch’io nacqui, avendomi avuto Amor poco meno che dalle fasce insino a questa ora, che ho pur passate le quattro decine di piú di due anni, mai non ho restato d’amare, né mai resterò: onde, come sempre ne penso, cosí vorrei favellarne sempre. E chi sa che Amore è per tutto e governa ogni cosa conosce che mai non se ne può né tanto parlare né cosí onoratamente, che non meriti molto piú senza niuna comparazione.

Tullia. Io, per dire il vero, vi avea ben per tale, e ne ho dato qualche dimostrazione, non ostante che molti altri noi credessero e mi volessero persuadere in contrario. Ma ditemi: che vi tiene che non ne ragionate, se non sempre, almeno piú spesse volte che non fate?

Varchi. Tienimi che questo nostro secolo ha in gran parte scambiati i nomi alle cose, ed ha dato quel di «amore», il quale