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ANTIGONE 261



Dalla reggia esce

creonte
Amici, i Numi che con gran tempesta
scossero la città, novellamente,
sicuramente, ancor la rialzarono.
190Ed io messaggi a voi, soli fra tutti,
mandai, qui vi chiamai, perché so bene
che del trono di Laio ognora voi
veneraste il potere; e allor ch’Edipo
Tebe redense, e quando al suo fin giunse
195e il regno ebbero i figli, il pensier vostro
restò fedele. Ed or che quelli caddero,
vibrando a un punto e ricevendo il colpo,
con fratricida scempio, io, che piú prossimo
parente sono dei defunti, in me
200tutto assommo il potere, occupo il trono.
Possibile non è conoscer l’anima
di verun uomo, l’indole e il pensiero,
se nel governo pria, se nelle leggi
non sia visto alla prova. Ecco, e per me,
205chi, governando intera una città,
non s’attiene agli ottimi consigli,
ma freno per timor pone alla lingua,