un serto; onde ora avvolgono le Mènadi
docile al crine la progenie rettile.
i semicoro
Strofe
O Tebe, o tu che Sèmele
desti alla luce, t’incorona d’ellera.
Le frondi e le purpuree
bacche dello smilace il crin ti velino;
con vermene di quercia
e d’abete ti cuopri, e all’orgia sfrénati;
le screzïate nebridi
spargi di bianchi riccioluti biòccoli,
e, a farti santa, la guerresca ferula
stringi. Ogni terra lanciasi
a danza, allor che Bromio guida i tíasi
al monte, al monte, dove la femminea
turba lo aspetta, che i telai, che i pettini
lasciò, punta dall’estro di Dïòniso.
ii semicoro
Antistrofe
O dei Curèti talamo,
O cretese di Giove asil santissimo!
Nei tuoi spechi trovarono
i Coribanti, a cui cimiero triplice
ombra la fronte, il cerchio
di tese pelli risonante; e fusero
il frastuono dei timpani
al dolce sospirar dei frigi flauti,
ed alla madre Rea dono ne fecero,