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L’Agamènnone è ricco di episodi, fastoso, epico. Le Coefore sono semplici, sobrie, quasi scarne. Eschilo aveva a sua disposizione tre attori di prim’ordine1 e spontanei si offrivano episodi in cui s’intrecciassero ed urtassero le passioni. Ma neppure Elettra e Clitennestra s’incontrano mai: l’azione procede rettilinea, fulminea, come una freccia, dalla corda alla meta. Tanto piú grande ne risulta però l’effetto tragico. E ci parrà cosciente e voluto, se pensiamo che le Coefore formano il centro della trilogia. Qui, secondo i cànoni d’arte che abbiamo già rilevato, si doveva raggiungere la massima intensità, dalla quale, a grado a grado, si scendeva alla calma, che doveva infine placare, purificare l’animo dello spettatore.

Di contenuto interamente umano, le Coefore non presentano alcuna difficoltà. Nella introduzione all’Agamèn-

  1. Nell’Agamènnone si trovano in scena simultaneamente Clitennestra, Agamènnone e Cassandra.