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manzoni e napoleone iii 453


Chè qui è veramente il nodo della questione. A buon conto, secondo il pensiero del Manzoni, fece Napoleone III in pro dell’unificazione dell’Italia tutto quello che agl’Italiani pareva lecito doverne aspettare? Ovvero, fece egli contro di essa qualcosa che gl’Italiani non s’aspettavano e non gradirono?

Ricordiamo alcuni fatti. Nell’aprile 1814, essendosi sparsa la voce che il Senato milanese avesse deliberato d’inviare allo Potenze alleate una deputazione per sollecitare la proclamazione di Eugenio Beauharnais a re del piccolo Regno d’Italia, il Manzoni non aveva esitato ad apporre la sua firma alla nobile per quanto ingenua protesta, con la quale si sconfessava il voto del Senato e si domandava l’immediata convocazione dei Collegi elettorali, «nei quali solamente», era detto, «risiede la legittima rappresentanza della Nazione». Più tardi, alla terza delle Cinque gloriose giornate del marzo ’48, egli non aveva esitato nemmeno a segnare il suo gran nome sotto la domanda che i Milanesi inviarono al re Carlo Alberto per invocarne l’aiuto fraterno. Ma nel maggio di quell’anno medesimo, fu irremovibile, benchè no lo pregassero insistentemente («fin colle lagrime», insiste, con melodrammatica esagerazione, il Cantù) Cesare Balbo e Gabrio Casati, e non volle aggiungere quel nome temuto e venerato al plebiscito lombardo che a quello stesso re chiedeva l’immediata fusione della Lombardia col Piemonte. «Di mille voci al sonito» non volle, questa volta ancora, mescolare la sua, che sarebbe stata la più sonora1. E quando, nell’au-

  1. Un altro che negò il suo voto alla fusione propugnata dal Governo provvisorio, fu Carlo Tenca. Il quale cedette ad altri la direzione del XII Marzo, il monitore della rivoluzione, e nelle colonne dell’Italia del Popolo affermò nettamente: «Noi siamo dichiaratamente e prima d’ogni altra cosa unitarii. Noi respingiamo l’unione, voce equivoca, non definita, che usurpa le forme e tradisce l’anima del concetto italiano, sostituendo al futuro un rimancggiamento nelle condizioni del presente, al trionfo dell’elemento nazionale una transazione d’accordo