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giata della domenica; e la matrigna non fece neppure l’obbiezione che avevamo preveduta; disse che al bimbo, per quelle poche ore avrebbe badato lei, «che ci divertissimo pure, che la gioventù ne ha bisogno, e lei lo capiva, e lo concedeva sempre quando si poteva fare senza una spesa per la famiglia...»

Noi accettammo il permesso e le riflessioni, facendo l’indifferente; ma, appena uscite le cugine, ci precipitammo in camera, per poter metter fuori le esclamazioni di gioia gongolante, che avevamo nel petto.

Ci abbracciammo ridendo, e sussurrando piano:

— Che piacere! Tutte due! Che piacere!

Io aggiunsi:

— Lo vedrai anche tu!

E mi pareva che fosse un gran privilegio per la Titina, e che fossi io a procurarglielo.

Ma, dopo esserci abbracciate e baciate, rimanemmo un po’ confuse, perchè quelle di-