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— Dove l’hai letto?

Crollai le spalle, e borbottai:

— Sciocca!

Non avevo ragioni migliori. Mia sorella quella sera era stizzita, povera buona! Forse s’era accorta che in teatro non la guardavano, e che io le facevo ombra, ed attiravo l’attenzione su di me... Aveva diciotto anni! Ma fors’anche era gelosa di quel mio subitaneo infatuarmi della Maria, mentre, fin allora, la mia sola amica e confidente era stata lei. Mi disse guardando il soffitto, con un accento tutto nuovo:

— Ho letto, non so dove, che gli amici si conoscono nella sventura. Eri sventurata questa sera?

Io gridai con un impeto spontaneo di gioia:

— No! Ero felice. Ero tanto felice! Gli amici si conoscono nella felicità!

Quelle parole offesero mia sorella; ed io sentii d’averla offesa. Aveva forse ragione