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non guardò neppure il titolo. Prese il romanzo colle molle (le compagne e la distrazione costante delle sue serate) lo mise sul fuoco; e finchè lo vide interamente bruciato picchiò i tizzoni con maggiore accanimento del solito. E da quel giorno soppresse la pensione al suo parente.
— Non voglio il rimorso d’aver fomentati i suoi cattivi istinti, diceva. Quando non avrà denaro in tasca, sarà obbligato a lavorare, ed il lavoro gli rimetterà la testa a posto.
Con queste idee, è facile immaginarsi come fosse fornita la nostra libreria quanto a letture amene.
Oltre una serie infinita di opere scientifiche, c’erano il teatro di Goldoni e quello di Alfieri.
Goldoni era il solo autore letterario che avesse trovato grazia agli occhi del nostro capo di casa.
«Quello era vero; mostrava la vita com’era realmente; non inventava passioni esagerate; ritraeva uomini e donne in carne ed ossa come noi, colle nostre virtù ed i nostri vizii, e senza fantasticaggini, senza esaltazioni. Quelli erano libri che facevano buon sangue, rasserenavano lo spirito, e non guastavano la testa alla gioventù.
Più tardi aveva comperato il teatro d’Alfieri, sperando di trovarci le stesse qualità. Ma era stato un gran disinganno. Quegli eroi cattedratici,