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do. Egli stesso non ne aveva idea. Quando gli domandavamo com’erano stati i suoi capelli, ci rifletteva un pochino colla sua bontà condiscendente, poi rispondeva:

— Così... come i tuoi.

E questa medesima risposta la dava ugualmente a me che avevo i capelli neri, a mio fratello che li aveva biondi, a mia sorella che li aveva d’un bel castano bronzato.

Del resto egli non metteva punto civetteria nel portare la parrucca. Non aveva mai pensato che dovesse illudere alcuno. Era leale in quello come in tutto; le dava semplicemente per una parrucca; nè più nè meno. L’aveva adottata nei tempi trapassati remoti, al principio della sua calvizie, per riparare il capo dal freddo, e l’aveva serbata sempre come una parte indispensabile del suo vestiario.

Quando le giornate erano rigide egli scendeva dal letto assiderato, ed affrettava la toeletta per trovarsi più presto nella sua poltrona accanto al camino. Allora la parrucca presentava ogni sorta di novità bizzarre. Ora aveva un orecchio in mezzo alla fronte, ora sopra un occhio; alle volte era messa col davanti di dietro addirittura.

Poi quando il freddo aumentava, il riparo della parrucca non bastava più; ci voleva anche una